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Connessione ombra, pavor nocturnus, paura di notte


La paura vien di notte
genesi e analisi dei sogni



Inizia da bambini e il momento di andare a letto diventa il più problematico della giornata, spesso i bambini assaliti da questa paura tendono a procrastinare il lungo periodo notturno dedicato al sonno.
La paura di andare a dormire solitamente viene superata durante l'età infantile, quando i bambini raggiungono una certa consapevolezza, altrimenti essa accompagna l'individuo per tutta la durata della sua vita e per superarla non si rivela utile nemmeno la saggezza della maturità.

In questo approfondimento vi parleremo proprio di questo, ovvero degli individui che purtroppo non sono riusciti a superare questa paura e la portano con loro per tutta la vita.

Abbiamo fatto delle chiacchierate con le persone che temono la notte, ci hanno raccontato che esse sono riuscite ad adattarsi a questa condizione problematica attraverso la messa in pratica di alcuni accorgimenti diventati successivamente delle vere e proprie abitudini, dunque abbiamo isolato queste riconosciute tra le più comuni:

- tenere almeno una luce accesa, anche fioca;
- la richiesta di lasciare la porta della stanza dei genitori sempre socchiusa;
- non guardare film dell'orrore o cinema del genere thriller qualche ora prima di andare a letto;
- non ascoltare fatti impressionanti prima di andare a dormire;
- spegnere la televisione quando si va a letto.


La paura di andare a dormire è una paura atavica e trova radici in una sensazione di abbandono che si è sviluppata nella primissima infanzia: in questo periodo generalmente i bambini dopo aver consumato il pasto vengono adagiati nel lettino in previsione della notte ed essi percepiscono questa solitudine come negativa, qualcosa che si contrappone al benessere della poppata e del calore della madre, così la notte assume delle connotazioni negative legate alla solitudine e all'abbandono e anche alla paura e all'assenza di cibo, esse si contrappongono alle positive cure materne, al cibo e all'affetto e anche all'igiene.

Alcuni bambini temono molto anche l'oscurità perché la considerano come prodroma alla solitudine, infatti essi durante il passaggio da un ambiente illuminato ad un ambiente oscuro manifestano evidenti sintomi di disagio (spalancano gli occhi, piangono), mentre invece questi disagi non si manifestano se si passa dall'oscurità ad un ambiente sufficientemente illuminato.

Gli individui adulti che temono la notte invece quando si ritrovano al buio affrettano il passo, sviluppano fenomeni di dipendenza dagli altri adulti, soprattutto durante gli spostamenti, spesso soffrono di insonnia iniziale, altri individui riducono confinano il periodo salutare dedicato al sonno alle ultime ore del mattino, spesso etichettano erroneamente le ore di sonno come "tempo perso".

Alcuni adulti non riescono ad eliminare il senso di disagio radicatosi nelle prima infanzia e così temono la notte perché essa viene negativamente associata all'abbandono, invece essa dovrebbe essere associata al benessere, al riposo e al periodo di solitudine e di raccoglimento che precede il buon sonno.

Noi studiosi dei sogni di Connessione Ombra riteniamo proprio che alcune forme di insonnia siano generate proprio da questi duri conflitti che hanno messo radici nella primissima infanzia, sebbene questi conflitti siano radicati bisognerebbe comunque farsi aiutare a trovare una via d'uscita da una situazione che sarebbe meglio superare.

Superare questi disagi è possibile, ma le persone che manifestano questo tipo di paure devono essere consapevoli degli innumerevoli benefici che sono legati agli ambienti completamente bui durante le ore che precedono il sonno, tali ambienti e tali condizioni di scarsezza di luminosità stimolano le ghiandola pineale allo sviluppo della melatonina, l'alleata del buon sonno naturale e del riposo completo, inoltre gli ambienti dedicati al sonno devono essere accoglienti e privi di elementi che possano rendere irrequieti gli abitatori.


Al prossimo approfondimento!


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